ATM: cos’è e come è fatto?
Tutti conosciamo e usiamo gli sportelli automatici di prelievo contante, ovvero Bancomat (o ATM). Il primo esemplare viene installato nei dintorni di Londra nel 1967, mentre in Italia arriverà nel 1976.
Il dispositivo bancomat è composto essenzialmente da due parti:
- una cassaforte, contenente il contante
- una sovrastruttura, dove è incorporato un monitor e altri dispositivi, come ad esempio il lettore della tessera bancomat e la fessura per la consegna del contante
Alcuni numeri: evoluzione degli attacchi e relativi danni
Negli ultimi 50 anni si sono purtroppo verificati sempre più attacchi ai Bancomat, utilizzando metodi tra i più svariati quali lo skimming, il cash trapping e l’esplosione
L’associazione EAST (European Association for Secure Transactions) ha dichiarato che negli ultimi anni gli attacchi sono aumentati notevolmente, addirittura del 27% tra 2018 e 2017.
In particolare sono aumentati i paesi dove avvengono attacchi con esplosivo.
Ricordiamoci come questa tipologia di attacco causi più danni degli altri tipi di effrazioni.
I danni causati da un’esplosione causata dal gas infatti, soprattutto se calibrata male, può provocare danni anche alla struttura che ospita l’ATM, danni che talvolta risultano 10 volte l’effettivo importo derubato dal Bancomat.
Come avviene l’attacco tramite gas esplosivo
Quando i malviventi introducono l’esplosivo attraverso la fessura, esso può riuscire a entrare nella cassaforte vera e propria, oppure può fermarsi in prossimità della apertura, che mette in comunicazione la sovrastruttura con la cassaforte.
Le conseguenze dell’esplosione sono assai diverse:
- se l’esplosione è ben calibrata, lo sportello della cassaforte viene fatto saltare ed a questo punto i malviventi possono entrare da una porta laterale all’interno dell’agenzia bancaria e possono prelevare i contanti, depositati nei cassetti;
- se invece l’esplosivo non riesce a penetrare all’interno della cassaforte, oppure la cassaforte è sufficientemente resistente, si distrugge completamente la sovrastruttura, ma diventa molto difficile accedere all’interno della cassaforte;
Di seguito alcune immagini che mostrano i danni subiti da alcuni Bancomat a seguito di esplosioni:
Meglio prevenire che curare
I sistemi ATM sono da diverso tempo dotati di sistemi che rendono il “bottino” inutilizzabile ad esempio macchiando le banconote con l’inchiostro. Come descritto sopra però molte volte i danni collaterali provocati da un’esplosione risultano più ingenti dell’effettivo denaro prelevato impropriamente. Per questo motivo risulta sicuramente più efficiente PREVENIRE l’esplosione.
I produttori di ATM sono dunque corsi ai ripari dotando gli apparati di sistemi in grado di prevenire l’esplosione, per esempio inertizzando l’atmosfera con CO2.
Ma per attivare queste contromisure è necessario prima di tutto RILEVARE la presenza di gas esplosivo.
AGATHA, la soluzione di Tecnosens S.p.A.
Per questo abbiamo sviluppato TEC-AGATHA, un dispositivo in grado di rilevare gas esplosivi quali gpl, acetilene, isobutano ecc.
Grazie all’utilizzo di due elementi sensibili di due diverse tecnologie, la scheda riesce a rilevare i gas anche quando i ladri cercano di “avvelenare” e “addormentare” i sensori iniettando ossigeno prima del gas esplosivo. Una volta rilevato il gas la scheda fa scattare un relè che il costruttore di ATM avrà collegato al suo sistema di difesa (attivazione bombola CO2, attivazione macchiatore banconote ecc.